martedì 4 dicembre 2007

Sogni nel garage

Benvenuti nello spazio, benvenuti sul Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.


Sogni nel garage

“Micheal”. “Micheal”. Che nottataccia signori! Adesso so cosa vuol dire dormire da cani.“Micheal! Che fine hai fatto?”.
Lassie è tornata casa tardi stanotte (all’agenzia s’intende), saranno state le tre, e da allora seguita a chiamarmi: “Micheal!”. Che follia!
Per capirci qualcosa occorre analizzare i fatti. In primo luogo, sappiamo tutti che se c’è una cosa che manca alla bella Lassie è la parola. In secondo luogo, io sono certo di non chiamarmi Micheal. In terzo luogo, la voce è metallica e giungere da quella specie d’orologio che Lassie tiene tra i denti. Quindi?

“Micheal!”. Ma.. E’ una trasmittente da polso. Dietro c’è scritto a caratteri cubitali: Knight Industries Two Thousand (Industrie Knignt 2000). Ma certo! E’ KITT! La mitica Pontiac TransAm nera come la notte con quel fantomatico led rosso, che serpeggia nella parte finale del cofano. Non ci posso credere! “KITT ti ricevo”, ma dannazione io non sono Micheal! Cosa ne so io di Turbo boost, Ski-mode, Super Pursuit Mode o di Emergency Brake System ? E dove sarà il vecchio Devon col Tir-laboratorio della Fondazione? Ricordo solo che schiacciando il bottone C l’auto più intelligente del pianeta diventava un splendida cabriolet. Che bello!

Chissà se aveva questa funzione il suo antagonista, il perfido KARR, il suo gemello malvagio. Bah, poco importa, rimarrà soltanto un sogno. “Micheal? Sei tu?”. “No KITT, Micheal non è qui, prova dalle parti di Baywatch”.

Che c’è Einstein? Suvvia, non ti offendere. Lo sai che ho sempre avuto un debole per la De Lorean. Se KITT è l’auto più straordinaria del pianeta, la De Lorean è regina dei varchi spazio-temporali. DMC-12 è il nome dell'unico modello di auto sportiva costruita dalla De Lorean Motor Company dal 1981 al 1983. Era caratterizzata da porte ad ala di gabbiano ed una carrozzeria di acciaio inossidabile non verniciato. Vennero prodotte circa 9.200 DMC-12.

La DMC-12 divenne celebre in tutto il mondo per la sua apparizione nella trilogia cinematografica Ritorno al futuro di Robert Zemeckis (nella quale veniva usata dal dottor Emmett "Doc" Brown come base per la macchina del tempo da lui ideata). Si, Einstein, è vero, funzionava anche coi rifiuti, ma non posso catalogare una buccia di banana come reperto storico. Il tuo ritorno al futuro è del tutto inutile!

Ma cosa vedo? Agente Flash a rapporto, a quanto pare. Cos’è quello zero enorme che ti trascini dietro? E’ piuttosto appiccicoso. Da dove l’hai staccato? Mi ricorda qualcosa.

Eh già, come dimenticare il leggendario Generale Lee? Una Dodge Charger del 1969 con motore Hemi di color arancione acceso, con le portiere saldate, la bandiera degli stati confederati sul tetto (con tanto di scritta General Lee) e due enormi 01 sulle fiancate appunto. Inoltre, il clacson riproduceva le prime 12 note dell’inno confederato “Dixie”. Come hai potuto danneggiarlo Flash?

I cugini Duke l’hanno guidata per anni per le polverose strade di Hazzard, tuttavia la Charger e’ apparsa anche in un celebre film: “Bullit“, interpretato da Steve McQueen (uno che di motori se ne intendeva) nei panni del Tenente Frank Bullit del SFPD. Nel film, Mr. McQueen, al volante di una splendida Ford Mustang Fastback del ‘67, viene braccato da un sicario a bordo, indovinate un po’, di una cattivissima Dodge Charger R/T del ’68 nera come la pece. Memorabile il lungo e serrato inseguimento per le tortuose vie di San Francisco, entrato di diritto nella storia del cinema.

Ah, quanti sogni al volante! Quante volte seduti al posto di guida dell’auto di papà, spesso una Fiat (e non ce ne vogliano a Torino), ci siamo immaginati a bordo di uno di questi gioielli della strada. Bei, tempi, bei ricordi. All’agenzia Canidariporto un sentito: “Grazie”.

domenica 4 novembre 2007

Sacrificati all'altare del gusto

Benvenuti nello spazio, benvenuti sul Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.

Sacrificati all’altare del gusto

Piace o non piace? Quali sono stati i consumi nell’ultimo anno? I ragazzi hanno delle preferenze? E gli adulti, quali prediligono? Le grandi marche si interrogano, indagano e alla fine agiscono in nome dei consumi e di riflesso degli incassi. Così capita che qualcosa scompare misteriosamente dagli scaffali e spesso sono i palati più fini a farne le spese. Piace alla massa, ergo piace a tutti. Eh no cari miei. Non si fa mica così!

Il primo a fare rapporto è Frank, che s’è fatto un giro nei primi anni ottanta riportando una confezione immacolata di Fiesta, il famoso snack Ferrero. Famoso sì, ma nell’unico gusto rimasto. Eh già, avete capito bene: Frank ha scovato l’ultimo esemplare di Fiesta alle mandorle (o mandorly?). Fuori una copertura di cioccolato guarnita da foglie (finissime) di mandorle, dentro manco a dirlo, una bella farcitura di crema alle mandorle. La confezione ha il bordino giallo, anziché arancio. Non assaggio e metto via. Frank dice che l’ha presa in uno di quei supermarket a conduzione familiare, magari era già scaduta negli anni ottanta. Non si sa mai.

Toh, un cartellone di banda metallica della Eldorado. Uno di quelli in cui piantavo il dito indice da piccolo. Jerry ci sta ancora sbavando sopra. Oggi l’occhio mi cade sul settore ghiaccioli, questa latta pubblicitaria è del 1984 e il fantastico trio costa la bellezza di lire 250. Il trio a cui alludo è Fior di fragola (che come sapete ha solo una copertura di ghiaccio, gusto fragola appunto), Magic cola e Lemonissimo. Tre gemelli nella forma, ma non nel gusto, tre gelati conosciuti e apprezzati dalla maggior parte dei ragazzi. Tuttavia, qualche anno dopo la formazione cambia, un po’ a sorpresa (come nelle migliori band): al fior di fragola viene arrotondata la punta (non più a forma di montagna con quel pezzettino così facile da addentare) e viene cambiata la collocazione (da solo e in bella mostra, tant’è che ancora lì). Il suo posto viene preso dal Mr.Orange (lo ricordate?), in tutto e per tutto uguale ai nuovi compagni di stecco, solo al gusto arancia. Intanto la Eldorado viene assorbita dalla Algida e la saga del ghiacciolo prosegue, si aggiungono nuovi elementi, la tabella diventa troppo stretta e zack! Spariscono misteriosamente sia il vecchio Magic Cola, sia l’adolescente Mr. Orange, resiste invece il Lemonissimo che evidentemente vende caro il ripieno. Resiste arcigno anche all’arrivo del pari gusto Liuk (si quello con lo stecco di liquirizia) e arriva ai giorni nostri, non senza subire trasformazioni però. Oggi ha la punta arrotondata come quella del Fior di Fragola! Si può dire (euro a parte) che sia sempre il nostro Lemonissimo dei tempi andati? Mi verrebbe da dire di no e mi piange il cuore, ma Jerry c’è rimasto più male di me. Dai Jerry, in fondo è solo una fotografia.

Altra specialità dolciaria dal passato torbido è il mon cherì, il cioccolatino più alcolico della Ferrero. Pochi ricordano, infatti, che agli albori esisteva in quattro versioni: oltre all’attuale ciliegia affogata nel liquore, c’erano le versioni con uva sultanina e cognac, alla nocciola e alla mandorla. Una di queste praline aveva l’involucro verde smeraldo, non mi è riuscito di sapere quale. Quel disgraziato di Milo s’è ingoiato le prove. Il suo reperto è incompleto e lui è visibilmente ubriaco, sbanda. Ma le indagini proseguiranno, andremo a fondo a questa faccenda, in fondo è questione di gusto.

Per il momento è tutto, abbiamo ancora molto da fare, molti oggetti ci sfuggono di continuo, salvo tornare alla memoria sotto forma di sogno: saranno davvero esistiti?

mercoledì 5 settembre 2007

A proposito di Canidariporto


Cos'è CanidaRiporto?

Cani da riporto è la rubrica che curo personalmente in SEGNI, il periodico di informazione giovanile pubblicato dall'Informagiovani della mia città. Ogni mese mi diverto a ripescare oggetti dal passato, semplicemente ricorrendo ai miei ricordi di giovane anni '80 e ad alcune brevi ricerche in quel mare sconfinato di notizie che è internet.

Per mettere nero su bianco la rubrica mi servo della fantasiosa agenzia "CanidaRiporto" e dei suoi fantomatici agenti speciali: alcuni tra i più famosi cani della televisione, ma non solo. Io stesso aspetto a cavalcioni di Falkor (il famoso cane-dragone de La storia infinita), che gli agenti mi riportino oggetti ormai dimenticati, spariti, cancellati o quasi dalla nostra memoria, per poi catalogarli virtualmente all'interno del nostro museo del cult.

Insomma, si tratta di una situazione piuttosto surreale :)

Spero di trovare in voi lettori della rete qualche altro appassionato-nostalgico....

Buona lettura.