venerdì 5 dicembre 2008

L'alba dei pupazzi viventi

Benvenuti nello spazio, benvenuti su Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.

L’alba dei pupazzi viventi

Cari amici del pianeta Terra, qui su Falkor stiamo trascorrendo ore davvero concitate, ore di frenetica attesa. Due dei nostri migliori agenti stanno per fare ritorno con dei reperti davvero eccezionali, degli oggetti che non mi sento affatto di chiamare così, perché sono parte di me e sicuramente anche parte di voi. Essi vivono! Uno di loro entrerà in pianta stabile nel nostro organico: non vi nascondo l’emozione (anche perché non saprei dove metterla).

Ma bando alle ciance, Tequila e Beethoven sono arrivati e con una delicatezza di cui non li credevo capaci, accompagnano i tre “ospiti” di oggi. Il primo signori è fucsia, ha delle enormi sopraciglia e ha le sembianza di un cane! E’ Uan (italianizzazione di One) la mascotte di Italia 1 e soprattutto del programma Bim Bum Bam. Con lui, dal 1983 al 1999, i nostri pomeriggi sono trascorsi tra mille gag e indimenticabili parodie (Uanatan e Bat Roberto per citarne due), soprattutto nel periodo in cui affiancava Paolo (Pìolo)Bonolis. Il pupazzo Uan era animato dal Gruppo Ottanta con la voce di Giancarlo Muratori, ma dopo la morte di quest’ultimo il doppiaggio è stato affidato a Pietro Ubaldi (già doppiatore di Four ricordate?), chi di voi non se n’era accorto?
Una curiosità: nel 2001, i pupazzi Uan, Four e Five (simbolo di Canale 5, doppiato da Marco Columbro) furono donati alla Scuola di Arte Drammatica "Paolo Grassi" di Milano. La notte del 15 ottobre 2005, i tre pupazzi furono rubati e ancora oggi rimane un mistero la loro sparizione, aggravata anche dal fatto che, essendo di fattura artigianale, ne esistono pochissime copie.

Il secondo è un ospite davvero speciale: un corvo nero antropomorfo e per giunta in frac. E’ Rockfeller il pupazzo animato dal celebre ventriloquo Josè Luis Moreno. Divenne famoso negli anni ottanta grazie alle sue tremende battute sui politici e i vip dell’epoca. Ogni tanto interrompeva le sue performance con una pernacchia (ottenuta storcendo la metà superiore del becco dalla parte opposta rispetto a dove si posizionava quella inferiore) o con un grande “oooh” alitato, o ancora avanzando equivocamente il bacino. Quanti bei ricordi! E’ stato ospite fisso della trasmissione Pentathlon di Mike Bongiorno, ha inciso dischi e cantato sigle di programmi storici come Domenica In, Fantastico e Serata d’onore e nel 1985 è diventato anche uno dei nostri giocattoli preferiti. Insomma, è stata una Rockfeller-mania.

Il terzo ed ultimo “non oggetto” di oggi è una rana e ha due palline da ping pong che gli fanno da occhi: Kermit vi dice qualcosa? Forse, se fosse accompagnato dalla sua fidanzatina Miss Piggy o dall’alieno Gonzo sarebbe più facile ricordare, ma di certo nessuno può essersi dimenticato dei Muppet. Creati da Jim Henson, in un batter d’occhio conquistarono con il loro Muppet show prima gli Stati Uniti, poi il Regno Unito e infine gran parte del resto del mondo. Il nome muppet, per ammissione dello stesso creatore, deriva dalla combinazione di marionette (marionetta) e puppet (pupazzo)
I muppet si distinguono dai pupazzi dei ventriloqui, che solitamente muovono solo la testa e la bocca o le braccia, perché spesso l'intero corpo del muppet è mobile ed espressivo. Solitamente sono fatti di materiali morbidi. Il burattinaio o i burattinai che li comandano sono sempre nascosti.

Vorrei tanto continuare a parlarvi di loro, ma l’agenzia, come al solito, deve riprendere le ricerche: altri oggetti devono essere riportati alla luce! Buone feste a tutti!

lunedì 3 novembre 2008

Game Over

Benvenuti nello spazio, benvenuti su Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.

Game Over

Gratta di qua, gratta di là, gratta di su e gratta giù: benedetto Falkor, tutta l’estate a grattarti dietro le orecchie, non mi avrai mica preso i pidocchi!? Beh, in fondo poco importa, è da quando ti ho visto per la prima volta svolazzare ne “La storia infinita” che sognavo di farlo! E voi? No, non cerco altre mani addette al prurito. Dico, e voi, come avete passato l’estate? Quassù naturalmente sono continuati a piovere reperti di ogni sorta: bambole di pezza, merendine, sussidiari, pistole ad elastici, adesivi profumati e quant’altro. Tutta roba d’altri tempi, s’intende, roba che i nostri agenti hanno pescato nei dimenticatoi collettivi, nella pancia di un passato sempre più affamato.

Ecco spiegato perciò, il motivo per cui mi ritrovo tra le mani un joystick e Space Invaders: Rex ha provato in tutti i modi a governare il cannone, ma benedetto cane, non ha le dita! E’ il 1978 quando la Taito lancia questo videogioco arcade dall’utilizzo molto semplice: un cannone mobile che si muove orizzontalmente sul fondo dello schermo, e deve abbattere uno ad uno gli alieni che pian piano si avvicinano alla terra. La difesa del pianeta si fa sempre più difficile e attenzione a non farsi disintegrare il cannone: è un gioco di zig-zag, di riflessi e pure di pazienza, ma soprattutto, questo “sparatutto” a schermo fisso è diventato nel giro di breve tempo un videogioco da 500 milioni di dollari di fatturato! Cari i miei invasori! Sì Rex, ora giochi tu, ma non sbavare!
Io, nel frattempo, mi avvicino al secondo reperto facendo un po’ di stretching alle dita: è passato solo un anno, siamo nel 1979, quanto la Atari risponde da par suo con Asteroids: altro “sparatutto” a schermo fisso, nel quale una navicella è intrappolata tra migliaia di asteroidi che le vengono addosso ad una velocità sempre più elevata. E allora, fuoco! Fuoco, sì, ma “ocio” ai frammenti: sono dappertutto!

Ok, adesso basta coi venti di guerra: Flash, vieni qui bello (si fa per dire), cos’hai lì? Tah-daaa! Il mitico Pac-man! Si d’accordo è una palla, ma non è per te Flash. Questo strano personaggio ci inghiottiti per anni nei suoi labirinti, per ore ed ore lo abbiamo guidato attraverso colazioni, pranzi, cene di puntini, stando ben attenti a non farsi toccare dai fantasmi (è chiaro), però, se si arriva alle power pills, beh, allora non ce n’è più per nessuno. Quindi, via verso l’infinito e anche oltre? Neanche per sogno: al livello 256 un bug mette fine al gioco rovinando di fatto la carriera ai campioni di domani.

Neppure il tempo di piangere la morte (apparente) dell’eroe giallo, che Frank (ah, benedetto Frank) mi compare dinnanzi con una console Nintendo e il suo videogames principe. Siamo del 1985, Mario e Luigi due fratelli idraulici di origine italiana si lanciano nella disperata impresa di salvare una delle tante principesse sulla piazza: è Super Mario Bros. Mario l’eroe coi baffi e la tuta da lavoro rossa (verde per Luigi, che però non fa tendenza), tra funghi buoni e funghi cattivi, tra castelli e fognature, tra nuvolette e lava incandescente: un personaggio immortale che arriva fino ai giorni nostri. Tecnicamente si passa dallo schermo fisso (alla space invaders) a quello a scorrimento (sempre avanti indietro non si torna) e attenzione: scompare o quasi il buon vecchio joystick, il futuro è del gamepad.

Tutte queste emozioni mi riportano indietro negli anni, direttamente in pieno boom anni ottanta. Non occorrono reperti per rivedermi seppellito dal fumo delle sigarette, farmi largo con una manciata di gettoni in una sala giochi stretta stretta. Di quel periodo, uno per tutti e tutti per uno: Double Dragon (e capitoli successivi). Il 1987 è un anno che “picchiaduro”! I protagonisti sono altri due fratelli: Billy e Jimmy Lee (il primo vestito di blu, il secondo di rosso), discendenti della scuola di arti marziali Sou-Setsu-Ken, che vedono rapita l'amica Marian dai Black Warriors come oggetto di riscatto per ottenere i segreti della loro disciplina. I due fratelli iniziano la loro avventura a mani nude nell'intento di sgominare i Shadow Warriors e liberare Marian. Da soli o in “doppio” sono botte da orbi. Siete sicuri che erano solo amici?

martedì 3 giugno 2008

A ruota alta

Benvenuti nello spazio, benvenuti sul Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.

A ruota alta

“Veicolo a propulsione muscolare umana costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate una dietro l'altra e dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice”. Questa ragazzi è la fredda definizione di qualcosa che, invece, ci ha segnato profondamente fin da bambini, di un oggetto che può esprimere pura poesia, di un mezzo di trasporto che va a braccetto con la natura: la bicicletta.

L’estate avanza a passo felpato anche sul Falkor e mentre anche noi quassù ci chiediamo che fine abbia fatto l’anticiclone delle Azzorre, non ci resta che scaldare i polpacci e rispolverare tre monumenti delle due ruote. Tre esemplari unici che abbiamo ricuperato come sempre grazie ai nostri eroici agenti. Harvey che ne aveva già vista una da vicino, mi ha riportato il primo gioiello: la Bmx (la mia amata bmx). Testualmente la bicicletta da motocross, nata negli anni ’60 in California giunge da noi solo negli anni ’80 ed è subito boom di vendite. Sellino in plastica non adatto ai culetti delicati, ruote da 20 pollici spesso coloratissime, pedali assassini coi dentini in ferro e peso molto limitato per imitare le fantastiche evoluzioni delle moto da cross. Per i comuni mortali una bicicletta non veloce, ma pratica e scattante, dove all’occorrenza (vedi pedaline sulla ruota posteriore)potevi salire in due. Il sogno più ricorrente di un ragazzino con la bmx era di prendere il volo come Eliot con E.T. Ah, se potessi tornare indietro!

Pete, invece, che con la nostalgia canaglia ci va a nozze, mi ha fatto avere qualcosa di intramontabile, una sorta di highlander coi pedali: della serie ne resterà una sola e quella sarà la Graziella. E’ il 1964 e il geniale Rinaldo Donzelli presenta il suo progetto alla Teodoro Carnielli di Vittorio Veneto senza immaginare, probabilmente, che ne nascerà qualcosa di rivoluzionario. Telaio robusto e pieghevole(!) grazie ad una cerniera centrale, assenza di canna orizzontale, ruote piccole, sella imbottita e manubrio cromato entrambi sfilabili in pochi secondi. Inutile aggiungere altro, tutti conoscono la mitica Graziella e la sua proverbiale facilità di trasporto in automobile. Sopravvissuta negli anni grazie ad alcuni ritocchi (ed alcuni cloni) è tuttora presente nel nostro quotidiano, anche se spesso oggetto di violenze da parte dei giovani ciclisti d’oggi, che ne eliminano spesso parafanghi e freni(!).

Ultima, ma non ultima, la due ruote di un’altra generazione di ragazzi: la bici-cross. Indiana da vero esperto di ritrovamenti archeologici (come il suo omonimo padrone) me ne fatta avere una rossa fiammante, con la sella gialla lunghissima, il manubrio ad ariete e il telaio leggermente rialzato davanti per impennare meglio. Alcune marche la proponevano coi freni a tamburo, con lo specchietto e la trombetta bitonale sul manubrio, ma come con le auto oggi, non erano accessori per tutte le tasche e suscitavano spesso invidia tra i ragazzini. Qualche volta le si vede comparire in tv in qualche vecchia serie o in qualche film datato, per gli amanti di questo piccolo mito deve essere un vero e proprio colpo al cuore.

Bene ragazzi, purtroppo s’è fatto tardi, non mi resta che augurare a tutti una splendida estate piena di relax e divertimento, un’estate da ricordare

giovedì 3 aprile 2008

Misteriose sostanze

Benvenuti nello spazio, benvenuti sul Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.

Misteriose sostanze

Cari amici, questo mese l’agenzia è a mezzo servizio, le indagini proseguono, ma a fari spenti. I nostri agenti sono in sciopero per motivi legati al rinnovo del contratto di categoria e così a lavorare ci siamo solo io e quel crumiro di Rex. Siamo riusciti comunque a recuperare alcuni oggetti o meglio alcune sostanze davvero strane.

Una cannuccia azzurra con una strana sostanza di colore blu spiaccicata su di una estremità. Ha la consistenza di un dentifricio e un odore indecifrabile, ma molto vicino al mastice, al petrolio e al lucido da scarpe messi assieme. Con un movimento automatico che arriva da chissà quale reminiscenza, appoggio il lato sgombro da schifezze sulle labbra e comincio a soffiare, a soffiare, a soffiare. Divento cianotico, le orecchie divengono rosse e gli occhi quasi mi schizzano fuori dalle orbite, ma alla fine riesco nell’impresa e mi ritrovo magicamente tra le mani una crystal ball.

Con crystal ball ci puoi giocare (crystal ball)
e tante forme puoi inventare (crystal ball)
con mille giochi divertenti (crystal ball)
mille colori differenti
gioca un po' con crystal ball

Ed infatti, per un po’ ci abbiamo giocato, o meglio ci abbiamo provato tutti, perché non c’era genitore che non si preoccupasse per le sorti del figlio impegnato nel gonfiare uno di questi palloncini colorati e appiccicosi. Alla terza gradazione di rosso cuor di papà si sostituiva al figlio inventando a sua volta una nuova tinta facciale e non c’era verso di fargliene gonfiare altri dieci per creare una delle “forme divertenti” che mostravano nella pubblicità. Chissà perché. Crystall ball esiste anche oggi, è cambiato il produttore e pare che la formula sia migliorata: probabilmente puzza di meno.

Mi è pervenuta poi, una sostanza rosa in granuli in una busta di carta rossa, sembra roba che scotta, ma profuma di fragola e scommetto che contiene qualche decina di coloranti e additivi più o meno chimici tipici dell’industria del dolciume a basso costo. Quello preferito dai dentisti. Anche in questo caso non resisto e me ne metto una manciata in bocca. I granuli saltano, scoppiano e cambiano consistenza, a momenti sbavo. E’ Frizzy Pazzy la gomma più frizzante che c’è” diceva così il jingle della pubblicità. Ne esistevano di due tipi: confezione rossa gusto fragola e confezione verde multigusto (indecifrabile ancora oggi). La si può trovare in vendita anche oggi in qualche bazar al mare o in qualche mini-market, ma occhio alla data di scadenza, a quanto pare è prodotta e commercializzata tuttora, ma solo in Spagna.

E visto che siamo in vena di materiali di dubbia provenienza e costruzione non posso che soffermarmi commosso su questo splendido posacenere anni ottanta, un pezzo unico, da collezione, caratterizzato da una massa ruvida deformata e da un colore rosso sanguinella spennellato decisamente male. L’ho fatto io! L’ho fatto io col DAS, la pasta per modellare che una volta seccata la si poteva colorare con il super mitico Vernidas, la vernice lucida da capolavori. Di Das ce n’era di diversi tipi: grigio, bianco e color terracotta ed era spesso accompagnato da un set di accessori di plastica utilissimi (che andavano rotti subito) e da alcuni stampini sempre di plastica raffiguranti i Puffi o Garfield. Ah, che bei tempi! I più fortunati potevano completare l’opera con l’ambitissima vernice fluorescente, beati loro!

E chiudiamo con l’ultimo reperto, questo mese ne abbiamo uno in più, si tratta di una sostanza gelatinosa, viscida, fluorescente, dal tipico colore verde: è lo Slime, e chi se lo ricorda? Lo usavano in abbinata a diversi giochi (i Masters of Universe, la Fabbrica del mostri, ecc.) e come detto era parecchio appiccicoso, spesso lo si usava per fare scherzi alle ragazze o agli amici più schizzinosi. Bastava fingere uno starnuto e non avere un fazzoletto a portata di mano, il resto lo potete immaginare. Inutile dire che ne ignoro la composizione chimica. Dimenticavo, probabilmente il nome Slime deriva da Slimer il famoso fantasmino fifone dei Ghostbuster. Alla prossima!

lunedì 4 febbraio 2008

Guardami dentro

Benvenuti nello spazio, benvenuti sul Falkor, il serpentone temporale governato dall’agenzia “CanidaRiporto”. La nostra agenzia si occupa “ufficialmente” del recupero e della catalogazione di oggetti provenienti dal passato. Fluttuano nelle nostre menti, riposano negli scatoloni, compaiono in vecchie foto: sono mercanzie scomparse dagli scaffali, oggetti di culto dimenticati, gadget inimitabili, prodotti caduti in disuso e giocattoli abbandonati. Abbiamo già sguinzagliato i nostri migliori agenti, siamo in attesa di ricevere i primi reperti.


Guardami dentro


Dall’agenzia CanidaRiporto un cordiale “Buonasera”. Siete tutti lì? Avete finito di cenare? Come sarebbe a dire che “non è affatto sera”? Ah, capisco dev’essere per via del fuso orario, quassù sono sempre le venti in punto, l’ora dei cartoni animati, delle tazzone traboccanti di latte e dei biscotti friabili da affogarci dentro.
Beh, non fa nulla. Qui all’agenzia tutto è ripreso a funzionare correttamente, i nostri agenti sono sempre fuori ed io son sempre qua ad aspettare che qualcuno di loro ritorni dalla sua perlustrazione temporale. Mi aspetto grandi risultati da loro.

Beethoven per esempio, vieni qua! Cos’hai lì? Tante scatole gialle con un mulino disegnato, sembrano grosse scatole di fiammiferi, hanno pure una banda scura ai lati. Che c’è scritto? “Omaggio delle merendine Mulino Bianco”. Togo! Le fantastiche sorprese che si trovavano nelle confezioni delle merendine, i cassettini delle meraviglie. Le voglio aprire tutte ad una ad una, anche se ho una mezza idea di quello che ci troverò. Giochi di società come il tappo a forma di gatto che deve intrappolare i quattro topi, il gioco delle pulci, quello del killer, il puzzle delle regioni, nave giù nave su, difendi il mondo, la pallina da domare, strade chiuse strade aperte, la meridiana portatile, il filo che si arrampica, l'infila quattro, ammazza la mazza, memory ...
Porca miseria è tutto vero, sono tornate, dentro c’era sempre un dettagliato manuale di quattro paginette ed era difficile trovare dei doppioni.

Che bello riaprire quelle scatolette, vero Tequila? Tu cosa mi hai portato? Beh, caro mio, mi dispiace deluderti, ma il Nesquik lo si trova anche oggi, in qualsiasi supermercato. Qual’è la novità? Perché non la smetti di seminarlo dappertutto? Ma, cosa c’è sul fondo del contenitore? Una bustina… Ma sì, che smemorato!

Oltre a "rendere il latte prelibato" col suo sapor di cioccolato, Nesquik era un grande dispensatore di fantastici regali, sempre interrati in una bustina nel fondo del contenitore di plastica, dalla quale riemergeva tra gli altri: i dischi volanti dei supereroi DC Comics e le monete romane di Asterix. I primi, erano dischetti di plastica con il simbolo del supereoe, che si potevano lanciare usando come leva uno stecchetto che andava messa in una fessura del disco, mentre le monete di Asterix erano fantastici pezzi di metallo contorto, che rappresentavano gli imperatori romani e avevano un suntuoso raccoglitore per una durevole conservazione...Tequila smettila di insultarmi, guarda che ti sento.

Che emozioni questo mese, da non credere. Resta ancora un reperto: Has…Has…Has Fidanken! Finalmente uno che fa quello che gli dici. Sorridi Has…Has…Fidanken! Bravo bello! Cosa mi hai portato? Un sacchetto di patatine. Altolà! Questo è davvero troppo per le mie coronarie, ricordo bene cosa ci estraevo da quelle buste: una specie di pipa in cui si soffiava per far restare in aria una pallina (un tubetto di plastica in cui si soffiava e che tramite una piccola ventola produceva il classico suono "wooshhh.."), i glitters (le sorprese tutte brillantate che si attaccavano e staccavano dai vetri), ma soprattutto, le straordinarie magliette delle squadre di calcio. Erano sacchetti di plastica leggerissimi che si rompevano al minimo movimento, ma che soddisfazione di indossarle per la partita del pomeriggio (ovviamente col Super Tele)!

Bene, ora so che la felicità è non avere più parole! Alla prossima amici!